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lunedì 30 novembre 2009

Domenica 6 Dicembre 2009
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00

INCONTRO CON IL PUBBLICO A PARMA

presso il
SALONE DEL CIRCOLO “LA CITTA’ SI NOTA”
Vicolo del Medio Evo 7 (di fianco a Piazza Duomo)


-Filmati e Fotografie degli scavi in Montana, USA

-Esposizione di opere dei Paleoartisti Davide Bonadonna, Loana Riboli e Fabio Manucci

-Alle 12:00, alle 15:00 ed alle 17:00 interventi del presidente Alessandro Carpana e relazioni paleontologiche di Simone Maganuco, Federico Fanti e Andrea Cau

Ricco buffet
ENTRATA LIBERA

Partecipate tutti e portate nuovi amici

Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

martedì 24 novembre 2009

150 anni di evoluzione per selezione naturale

Il 24 novembre 1859 usciva "Sull'origine delle specie" di Charles Darwin.
"On the origin of the species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life" il titolo completo originale, tradotto "Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale, o la conservazione delle razze favorite nella lotta per la vita. Lungo ma completo come titolo. Eppure Darwin stesso riassume nello stesso testo, in maniera pià chiara e concisa, l'intero concetto della sua teoria: Descent with modification/Discendenza con modifica. La diversità di ogni essere vivente della stessa specie genera, generazione dopo generazione, la diversità di tutte le specie viventi.
Dopo quest'opera, l'incredibile mosaico di forme, colori, comportamenti, associazioni, che rende così incredibile agli occhi dell'osservatore umano la natura non è più l'oggetto misterioso e imponderabile, qualcosa di incomprensibile e irraggiungibile. Per la prima volta nella storia, un'ipotesi razionale, sudata dopo anni di ricerche, osservazioni, congetture, proposte, sperimentazioni e rinunce, prende la forma di una teoria organica, in grado di spiegare la complessità della realtà naturale nel linguaggio semplice degli uomini.
Da allora in poi, lavorare sulle "cose naturali" acquistò un motivo in più.

Ps: a 15 anni mi trovavo in una grande aula grigia, in mezzo a centinaia di persone in silezio, in un congresso su di un poeta contemporaneo di cui non mi interessava molto, ma che per motivi scolastici dovevo seguire. Stavo lì, nascosto dietro alcuni miei compagni fra le ultime file, a leggere "Sull'origine..." per la prima volta in vita mia, alienato in un mondo che rendeva più semplice la comprensione di ciò che semplice non era...
Se volete aggiungere aneddoti sulla vostra prima lettura dell' Opera Darwiniana, io ho dato il via!

giovedì 19 novembre 2009

Evidenze di piumaggio in _Tyrannosaurus rex_ ( Carpana & Chiarenza, 2009)

Nel 2033, durante una spedizione nel Nord del Montana, Alessandro Carpana, noto paleontologo italiano, ha rinvenuto in un deposito lacustre della Hell Creek formation (Maastrichtiano superiore, 67 milioni di anni fa circa), una lastra calcarea di notevoli dimensioni ( 2,25 x 1,58 m) contenente i resti fossilizzati su lastra bidimensionale della porzione toracica di un grande dinosauro theropode. Il materiale rinvenuto - 3 denti sparsi , colonna presacrale dalla quinta vertebra cervicale alla quarta dorsale, alcune costole e gli arti superiori, - è fra i più completi della storia dei ritrovamenti avvenuti in questa formazione. L’eccezionalità del reperto sta nella presenza impressioni di piumaggio, riportate già in diversi dinosauri theropodi, associati alla superficie superiore e inferiore del torace e delle braccia. L’arto ridotto, l’anatomia degli arti e delle vertebre , la presenza di due dita nella mano, e ultima ma non meno importante la datazione della formazione ci aiutano a ricondurre il materiale a Tyrannosaurus rex (Osborn, 1905). Si tratta dunque delle prime evidenze dirette di piumaggio in un Tyrannosauridae gigante.

Se state pensando che i gestori del blog dell’APPI abbiano bisogno di visite neuropsichiatriche vi sbagliate.
Il riassunto sopra riportato, che si riferisce ad un ipotetico e futuristico articolo in cui verrebbe descritto il primo esemplare fossile con evidenze di piumaggio in Tyrannosaurus non è del tutto improbabile.
Il lucertolone bitorzoluto e con “l’espressione incacchiata” reso famoso dal film “ Jurassic Park” non è altro che uno degli innumerevoli oggetti scientifici su cui opera il sempre valido metodo Galileiano . Nuove scoperte e aggiornamenti dei metodi di indagine lo riguardano come possono riguardare le nuove tecniche di cura dei tumori e le nuove ricerche su pianeti lontani …
Non solo molti dinosauri prossimi agli uccelli come Velociraptor, Sinornihosaurus , Archaeopoteryx, mostrano la presenza di piume e penne, ma anche dinosauri ritenuti più “lontani” dalla linea evolutiva degli “uccelli” e “vicini” a Tyrannosaurus mostrano queste strutture, splendidamente conservate in fossili come Sinosauropteryx , Dilong, Sinocalliopteryx e molti altri. Qualcuno potrebbe obiettare: sono fossili di animali “vicini” a Tyrannosaurus, ma non sono Tyrannosaurus. A questa affermazione si può rispondere facilmente. Chi conosce come può fossilizzare un animale morto , sa stimare benissimo la rarità di fossili come quelli dei dinosauri cinesi, veri miracoli naturali, paragonabili senza esagerare ad un 6 al superenalotto scientifico. Inoltre animali della mole di Tyrannosaurus si rinverranno difficilmente (è un eufemismo) fossilizzati in una lastra, per una semplice questione dimensionale. Ciò può avvenire molto più comunemente per dinosauri molto più piccoli ( che io sappia Sinocalliopteryx gigas con i suoi 2.37 è il più grande dinosauro conservato con impressioni di piumaggio). Trovare fossili di Tyrannosaurus a questo livello di conservazione equivarrebbe a realizzare per dieci volte consecutive 6 al superenalotto. Difficile vero? Una miriade di fenomeni naturali distruttivi infatti separano il nostro animale mesozoico dalle vetrine dei musei. Il fatto che queste strutture non siano evidenti in T.rex, ma nondimeno presenti in molti parenti prossimi, è un dato sufficiente a poter affermare che l’immagine più aggiornata di Tyrannosaurus è quella di un animale coperto da piume piuttosto che da squame tubercolate a mo’ di coccodrillo. Dopotutto se parenti prossimi a Tyrannosaurus erano coperti di piume, è altamente probabile lo fossero anche questi, così come è probabile che fossili di antichi leoni californiani presentassero i peli. Magari nel futuro si scoprirà che quello che abbiamo appena scritto non è altro che fumo, una cantonata presa in balia “dell’entusiasmo scientifico giovanile”, o magari si tratterà di una buona previsione, plausibile e presa in accordo con i dati scientifici oggi in nostro possesso. Spetta alle spettacolari Badlands del Montana, restituirci tesori pieni di segreti. Chissà…


PS: Alcune impronte di squame attribuite alla regione della coda di Tyrannosaurus sono state rinvenute in Nord America. Ciò comunque non falsifica la presenza di piume in questo taxon fossile come non le falsifica la presenza di squame nelle zampe nel caso della nostra cara gallina da cortile!



Il testo in giallo è un’invenzione degli autori e non riguarda eventi realmente accaduti.



Il fatto che non necessitiamo con certezza di cure psichiatriche è ancora da confermare.

lunedì 16 novembre 2009

Incontro di Dicembre

Domenica 6 Dicembre 2009
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00

INCONTRO CON IL PUBBLICO A PARMA

presso il
SALONE DEL CIRCOLO “LA CITTA’ SI NOTA”
Vicolo del Medio Evo 7 (di fianco a Piazza Duomo)


-Filmati e Fotografie degli scavi in Montana, USA

-Esposizione di opere dei Paleoartisti Davide Bonadonna, Loana Riboli e Fabio Manucci

-Alle 12:00, alle 15:00 ed alle 17:00 interventi del presidente Alessandro Carpana e relazioni paleontologiche di Simone Maganuco, Federico Fanti e Andrea Cau

Ricco buffet
ENTRATA LIBERA

Partecipate tutti e portate nuovi amici

Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

lunedì 9 novembre 2009

Bologna, 8 Novembre

VISITA AL MUSEO GEOLOGICO PALEONTOLOGICO G. CAPELLINI



Ha avuto luogo ieri la visita al Museo G. Capellini di Bologna, a cui hanno potuto partecipare vari associati.
Nonostante il tempo non fosse dei migliori, la giornata è stata istruttiva e divertente. Federico Fanti ha guidato il gruppo tra i tanti reperti che il Museo offre al visitatore, coinvolgendo soprattutto i più piccoli con le molte storie che quei preziosi fossili hanno da raccontare. In particolare, ovviamente, ha stupito tutti il gigantesco calco di Diplodocus che proprio quest'anno festeggia il suo centenario, senza parlare di Scipionyx: il piccolo "Ciro" ha catturato l'attenzione di tutti, nonostante le piccole dimensioni, per il suo straordinario stato di conservazione. "Antonio", l'adrosauro del Friuli di cui è presente il calco, e Saltriosaurus, dinosauro carnivoro lombardo, completano la carrellata dei dinosauri Italiani.

Federico Fanti all'inizio della visita.


Una comitiva curiosa e attenta ha seguito il percorso, stanza dopo stanza, ponendo continue domande all'eccellente guida.

Dopo la visita, il pranzo è stato un buon momento di aggregazione per conoscere meglio vecchi e nuovi associati e passare un po' di tempo con quelli che non essendo di Parma hanno raggiunto la comitiva direttamente al Museo.

Colgo qui l'occasione per ringraziare tutti i soci che hanno partecipato, il Museo Capellini di Bologna ed in particolare Federico Fanti, oratore competente e coinvolgente.

Il gruppo partito da Parma.


Alessandro Carpana